EMERGENZE MEDICHE CHE SI

 

VERIFICANO IN VOLO

 

Drew C. Peterson et Al hanno pubblicato uno studio sulle emergenze mediche, che si sono verificate in tutto il mon-do durante il volo aereo. Lo studio ha messo in evidenza che ogni an-no volano 2,75miliar-di di passeggeri; il dato negativo è che quando si verificano emergenze mediche in volo, purtroppo l'ac-cesso ad un adeguato trattamento è assai limitato. Dai risultati dello studio emerge che le più frequenti emer-genze mediche che si verificano in volo sono:

  • sincope,
  • sintomi respiratori,
  • problemi gastrointestinali.

Per fortuna poche di queste emergenze richiedono la de-viazione dei vettori o portano a morte. Lo studio ha esa-minato le registrazioni in volo delle chiamate di emer-genza medica dirette ai centri medici fatte da 5 compa-gnie aeree nazionali ed internazionali a partire dal 1 Gennaio 2008 fino al 31 ottobre 2010. Sono stati analiz-zati i problemi di salute più frequenti ed il tipo di assisten-za resa a bordo. Si sono verificate 11.920 emergenze mediche in volo con conseguenti chiamate al centro medico (1 emergenza medica ogni 604 voli).

Le patologie più comuni erano caratterizzate da:

  • sincope o pre-sincope (37,4% dei casi),
  • sintomi respiratori (12.1%),
  • nausea o vomito (9,5%).

I passeggeri medici hanno fornito assistenza nel 48,1% per le emergenze mediche e si sono verificate devia- zione dei voli nel 7,3% dei casi.

Dei 10.914 pazienti per quali erano disponibili dati di follow-up, il 25,8% sono stati trasportati in ospedale in emergenza, l’ 8,6% sono stati ammessi in ospedale dopo il volo e lo 0,3% dei soggetti è deceduto.

Le patologie più comuni per l' ammissione in ospedale erano rappresentate da ictus cerebri (odds ratio, 3,36; 95% intervallo di confidenza [CI], 1,88-6,03), sintomi respiratori (odds ratio, 2,13, 95% CI, 1,48-3,06) e sintomi cardiaci (odds ratio, 1,95, 95% CI, 1,37-2,77).

In conclusione, la maggior parte delle emergenze medi- che in volo sono ascrivibili a sincope, sintomi respiratori o disturbi gastrointestinali. In rari casi si è reso neces- sario deviare il volo aereo o si sono verificati decessi. In un quarto dei casi di emergenza medica i passeggeri sono stati sottoposti ad una successiva valutazione ospedaliera (N Engl J Med 2013; 368: 2075-2083).

 

La Morte Improvvisa Cardiaca rimane uno dei più drammatici problemi della sanità, se si considera che  ogni anno in Italia l’arresto cardiocircolatorio colpisce circa 60.000 persone (1 ogni 1000 abitanti), risultando da solo la principale causa di morte. Per la sua impre- vedibilità, molte vittime muoiono prima di raggiungere l’ ospedale o di poter essere soccorse da una equipe me- dica dotata di defibrillatore ed abilitata ad usarlo.

Nella quasi totalità dei casi è la Fibrillazione Ventricolare (FV) responsabile della morte improvvisa, in quanto gli impulsi elettrici cardiaci divengono caotici causando una brusca interruzione dell’azione di pompa del cuore. Le vittime collassano e perdono coscienza in breve tempo, il più delle volte senza preavviso. Se il ritmo cardiaco fisiologico non viene ristabilito in pochi minuti, la morte avviene rapidamente. La sola terapia efficace è la defi- brillazione, cioè l’ erogazione di uno shock elettrico al cuore attraverso il torace del paziente, mediante un defibrillatore. La Defibrillazione precoce è dunque in grado di eliminare la FV e permettere la restituzione di un ritmo cardiaco regolare  e il ripristino della funzione di pompa al cuore. Se la defibrillazione è effettuata entro i primi minuti dall’ l’arresto cardiocircolatorio, il tasso di sopravvivenza dopo una VF può essere abbastanza elevato.

 

Ogni minuto che passa le speranze di sopravviven- za del paziente diminuiscono del 10%.

 

In sintesi una precoce defibrillazione è fondamenta- le per salvare la vita a chi ha subito un arresto cardiaco.

Aeroporto Leonardo da Vinci-Roma
Aeroporto Leonardo da Vinci-Roma

Riguardo alle emergenze cardiologiche in aeroporto, molti dei nostri maggiori aeroporti,sono dotati di apparec-chi defibrillatori. L'aeroporto di Bologna è stato il primo in Italia avere all'interno dell' aeroporto numerosi  defibrilla-tori (DAE). Anche gli  scali di Fiumicino e Ciampino sono attrezzati per la gestione delle emergenze cardiologiche. Essi sono dotati di  alcune decine di defibrillatori, instal-lati in aree strategiche, quelle cioè con maggiore affluen-za di passeggeri, con  alcuni medici specialisti in medici-na e chirurgia d'urgenza, supportati da personale infer-mieristico appositamente addestrato e da una sala ope-rativa di pronto soccorso. Sono ormai presenti numerosi defibrillatori anche nell'aeroporti di Milano Linate, di Mi-lano Malpensa, di Napoli. Ma anche gli aeroporti più piccoli sono ormai attrezzati per le emergenze cardiolo-giche come quello di Pisa, di Lamezia Terme,etc.

I defibrillatori sono posizionati nei punti più affollati dello scalo come check-in, bar, controllo security,sala d'attesa. Essi sono sistemati in scatole di vetro frangibile da rom-pere all'occorrenza e possono essere utilizzati da perso-nale sanitario e non sanitario ("laico")

 

Ma quando un evento cardiologico avviene durante il volo c'è la possibilità di essere sottoposti a defi- brillazione?

 

E' stato calcolato che durante un viaggio  in aereo, ogni anno nel mondo, per infarto miocardico muoiano da 500 a 1000 persone. E' noto che nelle prime fasi dell' infarto del miocardio è possibile che compaia un' aritmia ven- tricolare mortale, anche quando l' episodio infartuale è di modesta entità; pertanto eliminare l' aritmia attraverso la defibrillazione, significa aumentare in modo significativo le possibilità di sopravvivenza del paziente, mentre al contrario le possibilità del paziente sono praticamente nulle. L’Ente Nazionale per l’ Aviazione Civile (ENAC) ha confermato che in Europa non esistono leggi che ren-dano obbligatoria l'installazione  dei defibrillatori a bordo degli aeromobili. Esiste tuttavia una raccomandazione dell'European Civil Aviation Conference (ECAC), pubblicata il 15 aprile 2005, che insiste affinché i defibril-latori semiautomatici vengano adottati nei kit di pronto soccorso in dotazione a tutti gli aeromobili e che il personale di bordo venga addestrato all' uso dei defi- brillatori semiautomatici (DAE). Anche l' European Avia- tion Safety Agency (EASA), in un Comment Response Document 2009-02b del 2009 ha messo in evidenza l'importanza di una regolamentazione specifica su questa materia, riconoscendone l' utilità nel salvare vite umane. Ma su questo argomento non c'è univocità di vedute in quanto la Civil Aviation Authority (CAA) inglese, pur ammettendo l' utilità di tali dispositivi,  ribadisce che i casi di arresto cardiaco sugli aeromobili sono assai rari e che gli apparecchi DAE una volta ripristinato un corretto battito cardiaco ci vorrebbero parecchie ore per trasportare la vittima in ospedale. In realtà non è in discussione il fatto  che il defibrillatore non cura l'infarto, ma certamente contribuisce a contrastare le complicanze mortali dell'infarto stesso, ripristinando il normale ritmo del cuore. Come dire: intanto il paziente non è morto, poi si vedrà il da farsi! 

Anche l' Organizzazione internazionale dell' aviazione civile (ICAO) non dice una parola definitiva sull' utilità dei DAE, in quanto si è limitata a precisare che debbano essere le  singole compagnie  a stabilire se installare o meno i defibrillatori semiautomatici (DAE).

Interno di una cabina di un aereo della American Airlines.
Interno di una cabina di un aereo della American Airlines.

Per fortuna molti Vettori, europei ed extraeuropei, superando l' in- capacità dei de- cisori pubblici a risolvere il pro- blema della defi- brillazione stan- no provveden- do in modo au- tonomo a  dota- re i propri aerei di apparecchi DAE.

Infatti negli Stati Uniti è stato stabilito che ogni aereo della capacità di carico di almeno 7.500 libbre, cioè di 3,5 tonnellate, debba essere dotato di un defibrillatore a bordo. Una direttiva del 2006 (Advisory Circular 121- 34B), ha stabilito come deve avvenire l' addestramento del personale di volo all' uso di tali  dispositivi. Il costo dell' installazione dei defibrillatori semiautomatici e l' addestramento del personale per le compagnie aeree statunitensi costò a quei tempi  16 milioni di dollari. Tra l' altro l'Aviation Medical Assistance Act del 1998 ha stabilito che sia i Vettori, che i passeggeri che sono prodigati a praticare la defibrillazione non sono per- seguibili penalmente in caso della morte di un passe- ggero in seguito al tentativo di soccorso durante l' emer- genza in volo.

La Qantas airline ha iniziato ad installare i defibrillatori su tutte le sue rotte internazionali già nel 1990, seguita nel 1991 dalla compagnia Virgin Atlantic. Entrambe le compagnie aeree dispongono oggi di DAE su tutta la flotta.

Un bilancio sulla politica di sicurezza della compagnia Quantas è stato fatto dal dottor Michael O'Rourke dell' Universita' del Nuovo Galles del Sud (Australia) in occasione di un congresso di Cardiologia, tenutosi alla fine degli 90 negli Stati Uniti. Facendo riferimento a 5 anni di attività, il relatore in quella occasione riferì che gli operatori della Qantas avevano utilizzato un defibrillatore per 109 volte. In 63 casi si era trattato di un controllo su passeggeri a rischio di infarto o di una aritmia e negli altri 46 si era in presenza di un arresto cardiaco; la defibrillazione aveva consentito che 27 pazienti, con arresto cardiaco, fossero sopravvenuti in volo. Physician's Weekly, 5 maggio 1997, vol.XIV, n.17.

La legge italiana non prevede ancora l' obbligo di instal- lare dispositivi di defibrillazione a bordo degli aeromo- bili, anche se  è stato fatto qualche tentativo, perché que- sta condizione di stallo si muovesse in qualche modo. La prima proposta  di legge è datata 4 febbraio 1988 è stata presentata nel corso della X legislatura dai Deputati Boato,  Salvoldi,  Andreis, ma la legge è rimasta in attesa di un' approvazione definitiva. Un decreto legge presen- tato come abbiamo detto dai Senatori IDV Lannutti, Mascitelli e Carlino, ha  proposto una soluzione definitiva alla  questione, attraverso l'istituzione di corsi di forma-zione, l'individuazione dei luoghi adatti all'installazione e l'addestramento del personale. A distanza di alcuni anni, ancora l' esame della legge non è iniziato.

Di recente l'on. Maria Greco, dopo aver subito il decesso del marito mentre viaggiava in aereo, ha presentato alla Camera dei Deputati un disegno di legge per l’istituzione di un servizio di assistenza sanitaria sugli aerei di piccola, media e lunga tratta. In attesa che anche questo disegno di legge venga approvato alcune compagnie aeree  hanno deciso di dotare il Kit delle emergenze con un defibrillatore. L’ adozione del defibrillatore come mez-

zo fondamentale per salvare vite umane, attualmente è dunque lasciata alla discrezionalità delle varie com- pagnie aeree. Se la proposta dell’on. Greco dovesse di- venire legge, tutte le società di navigazione aerea do- vrebbero istituire un servizio di assistenza sanitaria, assi- curando la presenza di un medico, di un infermiere specializzato e la dotazione di un defibrillatore.

Attualmente tutte le compagnie aeree che volano su rotte intercontinentali finalmente dispongono di DAE. Ma anche molti vettori che volano sul territorio nazionale italiano cominciano ad essere dotati di DAE, come ad esempio la Ryanair airline.

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Oper.medici e tecnici dell' U.O. di Cardiologia Riabili-tativa dell' Az. Osp. Mater Domini Catanzaro.
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