LA MALATTIA ATEROSCLEROTI- CA NON E' UNA MALATTIA E- SCLUSIVA DELL'ETA' MODERNA

 

ATHEROSCLEROSIS EVIDENT IN ANCIENT POPULATIONS

 

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Usualmente la malattia aterosclerotica è ritenuta una malattia dell’uomo moderno, legata cioè agli stili di vita aterogeni adottati dall'uomo della nostra epoca. Ma la presenza di aterosclerosi negli uomini pre-moderni di- mostra al contrario che non è una malattia esclusiva dell' uomo contemporaneo.La malattia esisteva in Cina già fin dal 2° secolo a.C. Il professor  Tsung O. Cheng dell' Università George Washington di Washington  ha dimo-strato infatti che  una nobildonna cinese di 50 anni morì nel 163 a.C. per una grave occlusione dell'arteria corona-rica discendente anteriore sinistra. L'occlusione era re-sponsabile della morte improvvisa della donna, in seguito ad un episodio infartuale del miocardio, che l'aveva colpi-ta circa  un'ora dopo aver consumato un pasto come at-testano i semi di melone contenuti nello stoma-co. La presenza nel corredo della tomba di erbe medicinali come cannella, grani di pepe, corteccia di magnolia, sta a dimostrare che la donna vero-similmente potesse avere problemi di carattere dismetabolico.

Grave malattia aterosclerotica occlusiva nell'arteria coronarica discendente anteriore si-nistra prossimale di una nobildonna cinese di 50 anni che è morta di infarto miocardico acuto circa 2.100 anni fa.
Grave malattia aterosclerotica occlusiva nell'arteria coronarica discendente anteriore si-nistra prossimale di una nobildonna cinese di 50 anni che è morta di infarto miocardico acuto circa 2.100 anni fa.

L'arteriosclerosi e la calcificazione cardiovascolare non sono dunque peculiari degli esseri umani contemporanei. Questa convinzione è stata supportata da studi effettua-ti in mummie di popolazioni vissute in diverse epoche storiche, in diverse aree geografiche e con differenti ca-ratteristiche antropologiche, sociali e culturali.

Gli studi paleontologici in questi ultimi anni hanno fatto progressi impensabili e questo per merito soprattutto del-le innovazioni tecnologiche in campo radiologico, come la Tomografia Assiale Computerizzata (TAC) che ha con-sentito lo studio dei corpi mummificati in modo non inva-sivo, senza cioè che i reperti venissero in alcun modo danneggiati.

 

Il primo tomografo computerizzato consentiva esclusi- vamente lo studio delle strutture del cranio e fu instal- lato all'Atkinson Morley Hospital di Londra nel 1971. Successivamente,nel 1974,furono create le prime ap- parecchiature per lo studio del torace e dell'addome.

La TAC (Tomografia Assiale Computerizzata)è una metodica di diagnostica per immagini che sfrutta le radiazioni.
La TAC (Tomografia Assiale Computerizzata)è una metodica di diagnostica per immagini che sfrutta le radiazioni.

 

Un importante contributo allo studio delle mummie con tecnica tomografica è stato apportato da Adel H. Allam et A (2). 

Sarcofago egiziano decorato del Museo Egizio di Torino.Il Museo Egizio di Torino, come quello del Cairo, è dedicato all’ arte e alla cultura dell’ antico Egitto con molte preziose collezioni raccolte nel tempo.
Sarcofago egiziano decorato del Museo Egizio di Torino.Il Museo Egizio di Torino, come quello del Cairo, è dedicato all’ arte e alla cultura dell’ antico Egitto con molte preziose collezioni raccolte nel tempo.

Adel H. Allam et Collaboratori, per primi hanno utilizzato la tomografia computerizzata su 22 mummie di perso-naggi dell'antico Egitto, deceduti all'età media di 42 anni e che erano vissuti tra il 1900 e il 300 a.C.; nel 73% delle mummie studiate e cioè in 16 mummie era identificabile il tessuto cardiovascolare. 

Aterosclerosi delle arterie poplitee e tibiali:diffuse calcificazioni lungo il decorso  delle ar- terie in una mummia egizia di un uomo vissuto durante la 18th Dinastia (Hatiay, Mum- my) JACC 2011, 4: 315- 327.
Aterosclerosi delle arterie poplitee e tibiali:diffuse calcificazioni lungo il decorso delle ar- terie in una mummia egizia di un uomo vissuto durante la 18th Dinastia (Hatiay, Mum- my) JACC 2011, 4: 315- 327.

Gli studiosi  hanno osservato la presenza di aterosclero- si certa  in 5 delle 16 mummie (31%) e di aterosclerosi probabile in 4 su 16 (25%). In sintesi l'aterosclerosi certa e probabile era presente nel 56% dei reperti analizzati. L'immagine tomografica della figura soprastante e mostra un esempio di aterosclerosi delle arterie

poplitee e tibiali; sono presenti diffuse calcifica-zioni lungo il decorso  delle arterie degli arti infe-riori. L'esame appartiene ad una mummia di un soggetto vissuto tra il 1543 e il 1292 a.C. (XVIII dinastia).

Aterosclerosi della coronaria sinistra.(A)La freccia indica la calcificazione della coronaria sinistra  (esame TAC).(B) Maschera antropomorfa con volto dipinto della stessa mummia di un uomo vissuto durante la dinastia Tolemaica (305 a.C. al 30 a.C).
Aterosclerosi della coronaria sinistra.(A)La freccia indica la calcificazione della coronaria sinistra (esame TAC).(B) Maschera antropomorfa con volto dipinto della stessa mummia di un uomo vissuto durante la dinastia Tolemaica (305 a.C. al 30 a.C).

Un dato assai interessante è che le mummie con aterosclerosi appartenevano a soggetti significati- vamente più anziani (p<0,002),vedi grafico sotto-stante. Risulta evidente che l’età favoriva e favo-risce ancora, la formazione e la progressione delle lesioni aterosclerotiche dei grandi vasi. 

Le mummie con aterosclerosi erano significativamente più anziane (p < 0,002). JACC 2011, 4: 315- 327.
Le mummie con aterosclerosi erano significativamente più anziane (p < 0,002). JACC 2011, 4: 315- 327.

Nello studio di Horus condotto da Allam AH, Thompson RC, Wann ls, et Al, un esame tomogra-fico computerizzato è stato effettuato su 52 mummie dell'antico Egitto ai fini di identificare le strutture cardiovascolari ed eventuali calcificazioni arteriose (3).Gli studiosi hanno interpretato le im-magini con la collaborazione di 7 medici specia-lizzati in diagnostica radiologica per immagini. I risultati hanno mostrato che 44 delle 52 mummie esaminate,avevano strutture cardiovascolari iden-tificabili.Tra queste 44 mummie 20 avevano segni certi di aterosclerosi (definita come calcificazione all'interno della parete di un'arteria identificabile, n=12) o segni probabili di aterosclerosi (definita come calcificazioni lungo il decorso previsto di un' arteria,n=8). Le calcificazioni sono state trovate nell'aorta, nelle arterie coronarie, nelle carotidi, nelle iliache, nelle femorali e nelle arterie perife-riche degli arti inferiori. Le 20 mummie con atero-slerosi certa o probabile appartenevano a soggetti che al momento della morte erano più anziani (età media 45,1 ± 9,2 anni) rispetto alle mummie di soggetti senza aterosclerosi (età media 34,5 ± 11,8 anni,p<0,002).Due mummie hanno mostra- to un'aterosclerosi arteriosa severa con calcifica-zioni in molti distretti arteriosi. In conclusione l' aterosclerosi certa o probabile era presente in mummie di soggetti che hanno vissuto durante ogni era dell'antico Egitto in quanto l'intervallo di tempo era > 2.000 anni.

 

Un altro studio su questo argomento è stato con- dotto Randall Thomson et Al (4) su un numero più consistente di mummie. Essi mediante tomogra-fia computerizzata con ricostruzione 3D,hanno a- nalizzato 137 mummie, le quali provenivano da numerose parti della terra e appartenevano a po-polazioni vissute in varie epoche: 

.76 mummie egizie, vissute tra il 3.100 a.C. e il 364 d.C.; 

.51 mummie appartenenti a popolazioni peru-viaane, vissute tra il 200 e il 1500  d.C.;

.5 mummie di indiani d'America vissuti tra il 1500 a.C e il 1500 d.C.;

.5 mummie appartenenti ad antiche popolazioni "unangane" delle isole Aleutine (Alaska), vissute tra il 1750 e il 1930.

 

L'età media delle mummie era bassa, era cioè di 36 anni e la prevalenza di aterosclerosi è stata ri-scontrata nel 34% dei casi. L’età al momento del decesso è risultata positivamente correlata con la presenza di aterosclerosi (età media al decesso era 43 anni per le mummie con presenza di atero-sclerosi vs 32 anni per quelle senza presenza di aterosclerosi, p< 0,0001) e con il numero di letti vascolari compromessi (età media 32 anni per le mummie senza aterosclerosi, 44 anni per quelle con interessamento di aterosclerosi in 1-2 letti vascolari e 42 anni per quelle con interessamento di aterosclerosi in 3-5 letti vascolari, p <0,0001). Anche in questi casi, sui processi aterosclerotici ha giocato un ruolo importante l'età dei soggetti.

L’aterosclerosi era dunque presente in differenti popolazioni preindustriali di 4 diverse regioni geo- grafiche della terra e con abitudini alimentari as- sai diverse. Mentre gli antichi Egizi e i Peruviani erano agricoltori, i Puebloani ancestrali erano ri-cercatori-agricoltori e gli Unangani delle isole Aleutine erano cacciatori-raccoglitori senza alcuna attività agricola.
In particolare, nessuna di queste popolazioni era vegetariana e tutte erano fisicamente attive. Le abitudini dietetiche variavano notevolmente data l’ampia distanza geografica fra queste regioni del-la terra:
gli egizi prediligevano cibi molto ricchi di grassi saturi, i peruviani coltivavano il mais, le patate e i fagioli, i Pueblo, cioè i popoli indigeni dell'America, cacciavano conigli, cervi e pecore, mentre gli aleutini si nutrivano di pesce, crosta- cei, foche e balene. In sintesi il pesce e la selvag- gina erano presenti in tutte le culture, ma la fonte proteica variava dalla carne bovina tra gli egiziani ad una dieta quasi esclusivamente ittica tra gli Unangani. Pertanto l'aterosclerosi era presente a prescindere dalle diete adottate da queste popo- lazioni e dalle condizioni climatiche, le quali tra l'altro erano assai diverse tra di loro.

L’aterosclerosi, generalmente ritenuta una malat-tia dell'uomo moderno, è risultata dunque assai comune anche nelle popolazioni preindustriali in- clusi i cacciatori-raccoglitori delle culture pre-a- gricole.

I risultati di questi studi, in accordo con A. Cor-zani, C. Rapezzi dell'Unità Operativa di Cardiolo-gia, Policlinico S.Orsola-Malpighi e Alma Mater-Università degli Studi di Bologna, dimostrano la presenza di aterosclerosi anche nelle mummie di popolazioni che hanno vissuto millenni prima di Cristo e che avevano una dieta sicuramente molto meno aterogena di quella adottata ai nostri tem-pi. Quindi la presenza di placche aterosclerotiche non è imputabile, soltanto alla dieta e allo stile di vita sedentario, adottati dall'uomo contempora-neo, ma è possibile che essa sia sostenuta da meccanismi assai complessi,ancora non totalmen-te conosciuti, nei quali concorrono e interagisco-no una miriade di fattori come la predisposizione genetica,la dieta,lo stile di vita,i fattori di rischio cardiovascolari, la risposta immunitaria, l'infiam-mazione e certamente la senescenza dei tessuti. Secondo alcuni studiosi avrebbe un ruolo impor-tante anche l'inalazione del fumo prodotto dal fuoco utilizzato per il riscaldamento e l'illumina-zione e per la preparazione dei cibi, in particolare nelle donne. Ad esempio gli Anasazi, antenati de-gli odierni nativi americani,vivevano in grotte sot-terranee tra il Colorado e lo Utah, per cui è pro-babile che anche il fumo prodotto dal fuoco in un ambiente chiuso possa avere avuto gli stessi ef-fetti nocivi del fumo di tabacco dell'uomo con-temporaneo. In sintesi sull'insorgenza e sulla pro-gressione dell'aterosclerosi ha avuto un ruolo si-gnificativo anche l’inalazione del fumo potrebbe, ovviamente in associazione ad altri fattori come il consumo di cibi grassi, l'ipertensione a causa dell' ingente assunzione di sale utilizzato per la con-servazione dei cibi ed inoltre, in considerazione dell'elevato ceto sociale dei soggetti esaminati, la mancanza di esercizio fisico.

Ciononostante, anche se il genere umano sembra essere geneticamente predisposto alla malattia a- terosclerotica e anche se sembra essere una com-ponente intrinseca dell’invecchiamento umano, come ha ribadito lo stesso Thompson, adottando uno stile di vita sano, che includa una dieta equili-brata e libero da vizi come il fumo di tabacco: "non è detto che si finisca sempre come le mummie".

Allam e coll hanno voluto confrontare la presenza e la gravità delle calcificazioni vascolari su 178 egiziani mo-derni sottoposti a tomografia a emissione di positroni (PET)/TC nei confronti delle scansioni di 76 mummie egi-ziane (3100 a.C.-364 p.C.). L'età media del gruppo egi-ziano moderno era 52,3±15 anni (range da 14-84) rispet-to all'età stimata alla morte delle mummie egiziane pari a 36,5±13 anni; p< 0,0001. Le calcificazioni vascolari sono state rilevate in 108 su 178 (60,7%) dei pazienti moderni rispetto a 26 di 76 (38,2%) delle mummie, p <0,001. Le calcificazioni vascolari sono risultate fortemente correlate all'età in entrambi i gruppi. Inoltre anche la gravità della malattia per numero di letti arteriosi coinvolti  era in cor-relazione con l'età. Le calcificazioni arteriose negli egi-ziani sia moderni che antichi sono state osservate nei letti aorto-iliaci quasi un decennio prima rispetto ai letti vascolari coronarici e carotidei (5).

Presenza o assenza di calcificazioni vascolari e compromissione del numero di vasi  nelle mummie e negli egiziani moderni escludendo i pazienti > 60 anni.
Presenza o assenza di calcificazioni vascolari e compromissione del numero di vasi nelle mummie e negli egiziani moderni escludendo i pazienti > 60 anni.
Relazione tra aterosclerosi ed età media tra gli egiziani moderni. Maschi e femmine con calcificazioni aterosclerotiche sono in media anziani rispetto a queli senza calcificazioni.
Relazione tra aterosclerosi ed età media tra gli egiziani moderni. Maschi e femmine con calcificazioni aterosclerotiche sono in media anziani rispetto a queli senza calcificazioni.

CONCLUSIONI

L’aterosclerosi,generalmente ritenuta una malattia dell' uomo moderno, è risultata assai comune anche nelle po-polazioni preindustriali inclusi i cacciatori-raccoglitori del-le culture pre-agricole.

I risultati di questi studi, in accordo con A. Corzani e C. Rapezzi dell'Unità Operativa di Cardiologia, Policlinico S.Orsola-Malpighi e Alma Mater-Università degli Studi di Bologna, dimostrano la presenza di aterosclerosi anche nelle mummie di popolazioni che hanno vissuto millenni prima di Cristo e che avevano una dieta sicuramente as-sai meno aterogena di quella adottata ai nostri tempi.

Pertanto la presenza di placche aterosclerotiche non è imputabile, soltanto alla dieta e allo stile di vita seden-tario, adottati dall'uomo contemporaneo ma è possibile che essa sia sostenuta da meccanismi assai complessi, ancora non totalmente conosciuti, nei quali concorrono e interagiscono una miriade di fattori come la predispo-sizione genetica, la dieta, lo stile di vita, i fattori di rischio cardiovascolari, la risposta immunitaria, l' infiammazione e certamente la senescenza dei tessuti. Secondo alcuni studiosi avrebbe un ruolo importante anche, in partico-lare nelle donne, l'inalazione del fumo prodotto dal fuoco utilizzato per il riscaldamento e per l'illuminazione e per la preparazione dei cibi. Ad esempio gli Anasazi,antenati degli odierni nativi americani, vivevano in grotte sotter-ranee tra il Colorado e lo Utah, per cui è probabile che anche il fumo prodotto dal fuoco in un ambiente chiuso possa avere avuto gli stessi effetti nocivi del fumo di ta-bacco dell'uomo contemporaneo. In sintesi sull'insorgen-za e sulla progressione dell'aterosclerosi ha avuto un ruolo significativo anche l’inalazione del fumo,ovviamen-te in associazione ad altri fattori come il consumo di cibi grassi, l'ipertensione arteriosa causata dal notevole consumo di sale utilizzato per la conservazione dei cibi; inoltre, in considerazione dell'elevato ceto sociale dei soggetti esaminati, può aver giocato un ruolo importante  la mancanza di esercizio fisico.

 

Ciononostante, anche se il genere umano sembra es-sere geneticamente predisposto alla malattia atero-sclerotica e anche se sembra essere una componente intrinseca dell’invecchiamento umano,come ha ribadito lo stesso Thompson, adottando uno stile di vita sano, che includa una dieta equilibrata e libero da vizi come il fumo di tabacco: "non è detto che si finisca sempre come le mummie".

1)Tsung O.Cheng,Coronary arteriosclerotic disease existed in China over 2,200 years ago,in Metho-thodist Debakey Cardiovasc.J.,vol.8,2012, 47-48.

2)Adel H Allam; Randall C. Thompson; L. Samuel Wann et Al JAMA 2009; 302 (19): 2091-2094. 

3)Adel H Allam, Thompson RC, Wann SL, Miyamoto MI et al. Atherosclerosis in Ancient Egyptian Mummies.The Horus Study. J Am Coll Cardiol Img 2011; 4: 315-27. 

4)Thompson RC, Allam AH, Lombardi GP, Wann LS, Sutherland ML, Sutherland JD, Soliman MA, Frohlich B, Mininberg DT, Monge JM, Vallodolid CM, Cox SL, Abd el-Maksoud G, Badr I, Miyamoto MI, el-Halim Nur el-Din A, Narula J, Finch CE, Thomas GS. Atherosclerosis across 4000 years of human history: the Horus study of four ancient populations. Lancet 2013; 381:1211-22.

5)Adel H. Allam, Mohamed A.Mandour Ali, L. Samuel Wann, Randall C.Thompson, M. Linda Sutherland, James D. Sutherland, Bruno Frohlich, David E. Michalik, Albert Zink, Guido P. Lombardi, Lucia Watson, Samantha L. Cox, Caleb E. Finch, Michael I. Miyamoto, Sallam L. Sallam, Jagat Narula, Gregory S.Thomas. Atherosclerosis in An-cient and Modern Egyptians:The Horus Study Glo-bal Heart Volume 9, Issue 2, June 2014,197-202.

 

 

 

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Oper.medici e tecnici dell' U.O. di Cardiologia Riabili-tativa dell' Az. Osp. Mater Domini Catanzaro.
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